Un pericolo per la retribuzione dei
quadri.
L’incremento
della tassazione sull’auto aziendale.
La
concessione dell’auto aziendale è un benefit che numerose aziende riconoscono a
quadri, dirigenti ed amministratori.
Spesso
l’autovettura viene concessa come premio o incentivo ai dipendenti meritevoli.
La manovra
di bilancio vuole portare il reddito imponibile dalla misura del 30% sulle
autovetture ad uso promiscuo al doppio di questa percentuale.
Sarebbe
così modificato il Testo Unico Imposte dirette all’articolo 51 che in tema di auto aziendali così dispone al
comma 4 punto a)
a ) per gli autoveicoli indicati
nell’art. 54, comma 1, lettere a ), c ) e m ), del decreto legislativo 30
aprile 1992, n. 285, i motocicli e i ciclomotori concessi in uso promiscuo, si
assume il 30 per cento dell’importo corrispondente ad una percorrenza
convenzionale di 15 mila chilometri calcolato sulla base del costo chilometrico
di esercizio desumibile dalle tabelle nazionali che l’Automobile club d’Italia
deve elaborare entro il 30 novembre di ciascun anno e comunicare al Ministero
delle finanze che provvede alla pubblicazione entro il 31 dicembre, con effetto
dal periodo d’imposta successivo, al netto degli ammontari eventualmente
trattenuti al dipendente;
Nulla invece cambierebbe per la
detrazione in favore del datore di lavoro pari al 70% (articolo 164, comma 1,
lettera 1 bis TUIR).
La misura paventata verrebbe nella
sostanza a costituire per i quadri molti dei quali si avvalgono dell’uso
dell’auto aziendale, un maggior prelievo fiscale e quindi una sostanziale
riduzione di stipendio.
La stessa potrebbe costituire un
incentivo e un precedente per i Governi verso la tassazione dei fringe benefits
che per i quadri spesso costituiscono una parte importante della retribuzione.
Sensibile anche la ripercussione
negativa sul mercato dell’auto.
Centro Studi Corrado Rossitto.
Fabio Petracci.